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“Ero al corrente che quella col Cuneo sarebbe stata la mia cinquecentesima partita ma ero comunque molto concentrato sulla gara in sé“- così Alessandro Gazzi commenta il raggiungimento di questo traguardo così importante per la propria carriera.

“Ricordo che nella mia esperienza a Viterbo, uno dei miei compagni, Massimiliano Favo, raggiunse quota 500 e, in quel momento, io pensai, che quello poteva essere un obiettivo prestigioso che, da solo, poteva dare un senso alla carriera…e ci sono arrivato.”

Ma l’esordio, il tuo esordio, lo ricordi?

“Certo, fine campionato 2001/2002, a Treviso contro il Genoa, noi quasi retrocessi in C e tutto intorno un’atmosfera molto tesa per un fatto accaduto la domenica prima nella trasferta di Terni, quando da noi entrò un giocatore di colore. Omolade, e i nostri tifosi, per protesta se uscirono dallo stadio. La domenica successiva, proprio contro i rossoblu, dopo un settimana di pesanti contestazioni, decidemmo di scendere in campo con la faccia dipinta di nero: quella fu la domenica del mio esordio ufficiale. Un contesto surreale ma comunque una grande emozione.”

Quanti ricordi possono portare con loro 500 partite?

“I ricordi sono, inevitabilmente un fatto soggettivo. Io non ho mai raccolto maglie e conservato altri oggetti perchè i ricordi li considero soprattutto le emozioni e i pensieri legati a quel determinato momento. Poi è chiaro che ci sono molti ricordi importanti da conservare in una carriera così lunga.”

Uno su tutti?

“Una partita col Torino, in casa: prima giornata del campionato 2014/15, 0-0 con l’Inter. Giocai una gran bella gara e mi meritai la riconferma in granata: era l’anno dell’Europa League, tutto molto intenso ed emozionante.”

E lo stato d’animo di queste 500 partite?

“Orgoglioso di essere arrivato fin qui, ovviamente, giocando con una maglia prestigiosa, con la fascia da capitano. Un ricordo che rimane e che da ancora tanti stimoli.”