“Papa’, quando se ne va il virus?”il numero 9 dei Grigi, Umberto Eusepi, racconta uno dei tanti aspetti di questi lunghi giorni senza calcio e lo fa parlando dei suoi due figli, in casa da settimane.
“Giocano, colorano, guardano cartoni e film ma, è ovvio, che si chiedano anche quando finirà. Per loro, avere mamma e papà tutto il giorno in casa è come vivere una lunga vacanza ma anche così piccoli, immagino, vivano ormai a fatica il fatto di non poter scendere nei giardini sotto casa, correre, respirare un ‘aria diversa da quella dell’appartamento dove vivono.”
E per te, Umbe, la quotidianità cos’è?
“Una vita diversa, ovviamente; per un calciatore, la vita ruota attorno al campo dove giochi o ti alleni, e poi l’attesa della domenica, l’adrenalina che sale, la partita e tutto quello che si fa per prepararla, compreso la vita dello spogliatoio, i riti, i discorsi, gli scherzi. Una routine che diventa parte del tuo vissuto a cui devi rinunciare di colpo, dovendo metabolizzare un cambiamento improvviso, a cui trovare delle soluzioni.”
Ecco, una soluzione, è il lavoro che lo staff personalizzato ha preparato per voi, perchè possiate continuare a prepararvi a casa, con le inevitabili variazioni imposte dall’allungarsi della sosta…
“Esatto; il nostro staff ci ha seguiti fin da subito con grande attenzione e professionalità, calibrando su ognuno di noi carichi e metodi di lavoro, dalla corsa, alla forza, tenendo conto degli spazi e dei luoghi dove possiamo operare. Anche confrontandomi con gli altri miei compagni, come me, monitorati dallo stesso staff costantemente, il livello della condizione si è mantenuto buono, pur non potendo disporre del campo che poi, oltre a fornirti molte più opportunità, è la situazione in cui misurare il livello della tua forma e, soprattutto, lavorare col pallone.”
Fino alla gara di Pontedera, volendo fare un bilancio, la tua stagione era stata peraltro positiva…
“Le valutazioni vanno sempre fatte in relazione al comportamento della squadra. In ogni caso, si, mi ritengo soddisfatto della mia prima parte di campionato, non solo per i gol ma anche per quello che sono sono riuscito dare al servizio del collettivo. Non l’ho mai nascosto di trovarmi bene qui, in Grigio. La società è perfetta, ci segue, in campo e fuori e io mi sento decisamente realizzato come calciatore e anche come uomo, perchè, in Alessandria sta bene anche la mia famiglia. E se maturassero le condizioni per restare (Eusepi è in prestito dal Pisa, ndr) non esiterei un attimo a dire di sì.”
Sono giorni difficili per tutti; giorni di interrogativi e, purtroppo, di sofferenze. Che pensieri hai fatto tu, come uomo e calciatore?
“Il mio pensiero va, innanzitutto, a chi soffre individualmente, a casa o in un letto d’ospedale, o per chi ha avuto preoccupazioni e dolori per amici o parenti. Senza dimenticare chi lavora nella sanità, da settimane, con impegno e sacrificio, a rischio anche della propria incolumità. Come calciatore, spero si possa riprendere presto; per dare un segno di riconquistata normalità, innanzitutto. Tornare a giocare sarebbe la prova provata che ci siamo lasciati alle spalle questo momento terribile e angoscioso. Certo bisognerà farlo nella sicurezza più assoluta per calciatori, operatori e tifosi, senza dimenticare che questa vicenda ha generato una crisi nel sistema che non potrà non avere conseguenze per la società sportive e per gli atleti. E mi riferisco, nello specifico, a quelli delle categorie meno celebrate che, non dimentichiamolo, non vivono certo nell’oro. Servirà tempo ed equilibrio… e spero bastino.”